Storytelling: quella magia che lega il lettore alla storia

Cos'è lo storytelling

Cos’è lo storytelling

Cosa vuol dire storytelling?

Lo storytelling è la capacità di narrare storie.

La differenza tra narrare e raccontare una storia è un argomento che riguarda diversi settori e diversi ambiti della comunicazione.

Non solo la narrativa e l’editoria in senso stretto.

Tuttavia, quella di raccontare storie, è una capacità tutt’altro che comune.

Soprattutto è talento di pochi.

Come fare uno storytelling

Partiamo col dire che tutti gli esseri umani, anche coloro che nulla hanno a che vedere con l’editoria, la narrativa o la comunicazione in generale, vivono quotidianamente di storie.

Al bancone del bar, sui mezzi pubblici, passeggiando per strada, ascoltando canzoni, guardando un telegiornale o un film.

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che potremmo fare per dimostrare come, in maniera volontaria o involontaria, consapevole o inconsapevole, siamo perennemente sottoposti alla narrazione di storie.

Non tutte, ovviamente, raccontate nella maniera più avvincente e accattivante possibile.

Storie che vengono narrate per i motivi più disparati: per convincere, per far ridere, per persuadere, per emozionare, per spiegare.

Queste e tante altre ancora possono essere le motivazioni che possono spingere qualcuno a raccontare una storia.

Un oratore, ad esempio, può raccontare storie per mantenere alta l’attenzione e l’interesse del proprio uditorio riguardo un dato argomento.

Un pubblicitario può servirsi dello storytelling per persuadere i consumatori circa la bontà di un prodotto o di un servizio.

In narrativa, invece, lo storytelling è qualcosa di diverso.

In questo senso l’arte di raccontare storie è il filo roso che tiene insieme trama, struttura, personaggi e stile.

Ecco che quindi lo storytelling in narrativa è un aspetto assolutamente centrale per quanto riguarda la stesura di un testo.

Storytelling: l’arte di incollare il lettore alla pagina

Scrivere racconti o romanzi non vuol dire solo narrare una vicenda sotto forma di storia.

Non è semplicemente uno dei diversi modi di scrittura possibili da adottare.

Storytelling vuol dire soprattutto raccontare una storia in maniera accattivante e coinvolgente.

In breve: incollare il lettore alla pagina e fare in modo che legga la storia fino alla fine.

Sembra facile, vero?

Beh, l’arte del narratore è tutta qui.

Ma ti assicuro che è tutt’altro che cosa scontata o facile da ottenere.

L’arte di raccontare una storia è proprio l’arte di catturare l’attenzione del lettore e fare in modo che, pagina dopo pagina, prosegua nella lettura fino alla fine.

Se al lettore piace quello che gli racconti e il modo in cui lo fai, bene.

Viceversa, chiude il libro per non riaprirlo più.

Scrivi e parla

Come detto, raccontare una storia è qualcosa di tutt’altro che semplice.

A maggior ragione se si tratta di una storia lunga, distribuita in centinaia di pagine.

Definire personaggi e trama è un aspetto assolutamente fondamentale.

Ma non basta.

Non è sufficiente stabilire cosa dire e cosa fare accadere.

Cosa altrettanto importante è stabilire “in che modo dire le cose” e “in che modo farle accadere”.

Per intenderci, non è una situazione molto diversa da quella che si verifica quando si raccontano barzellette.

Una stessa storia, raccontata da alcuni non suscita alcun effetto.

Raccontata da altri fa ridere a crepapelle.

Per i racconti e i romanzi è lo stesso.

A tal proposito, vi è una regola molto preziosa ma che tanti ignorano:

per fare storytelling, ovvero per saper raccontare storie, occorre prima di tutto imparare ad ascoltarle.

Scrivi e parla.

Proprio così!

Imparare ad ascoltare le storie che sentiamo intorno e capire “come” vengono raccontate, è il solo modo per comprendere come fare uno storytelling davvero efficace.

Ponendo attenzione alle storie raccontate da altri, ti accorgerai che molte di esse si basano su schemi spesso uguali.

Ciò che cambia non sono altro che sfumature e dettagli.

Così facendo, ben presto ti renderai conto che raccontare una storia vuol dire soprattutto riuscire a mantenere alta l’attenzione di chi ascolta o legge un testo.

Per migliorare la tua capacità di creare storytelling, nulla è più efficace che ascoltare le storie altrui e capire come sono organizzate.

7 suggerimenti per uno storytelling efficace

Una volta definiti i personaggi e la trama della storia che vuoi narrare, segui questi sette suggerimenti per dare vita ad uno storytelling che funzioni.

Consapevolezza della storia da raccontare

Un bravo narratore sa quali punti toccare nel raccontare una storia.

Soprattutto sa come farlo e perché.

Anche a te sarà capitato di avere un amico o un parente che, nel raccontarti un episodio, si lancia in digressioni e puntualizzazioni che si allontanano dal focus della narrazione.

Risultato?

Ad un certo punto ti senti dire qualcosa del tipo:

«Perché ti sto raccontando questa cosa?»

Oppure

«Dove eravamo rimasti? Non mi ricordo!».

Ecco, se nel linguaggio parlato traiettorie narrative di questo tipo sono più o meno tollerate, in un testo scritto no.

In un libro, errori del genere non sono ammessi.

E quando ti viene il dubbio di aver appesantito la narrazione con cose del genere, il lettore è già andato via.

Per cui:

sii consapevole del fatto che ogni cosa che racconti deve avere un ruolo e uno scopo preciso nell’economia generale del testo.

Per cui, nello scrivere una storia, chiediti sempre:

1) Cosa voglio trasmettere attraverso questa storia?

2) Quali emozioni e sensazioni voglio far provare al lettore?

3) Che messaggio voglio veicolare?

4) La trama è funzionale a comunicare quanto voglio esprimere?

Queste considerazioni valgono sia per la storia principale del tuo racconto o del tuo romanzo.

Sia per le storie cosiddette minori.

Ricorda: qualsiasi nuovo elemento, passaggio, episodio, personaggio che inserisci nel tuo testo, deve avere una funzione precisa.

Quale, solo tu lo puoi sapere.

Rapporto causa-effetto tra gli elementi di una storia

Ogni aspetto, in una storia, deve avere una causa che lo determini.

Soddisfare il rapporto causa-effetto tra tutti i fattori di una storia è fondamentale per dare un senso compiuto all’intera narrazione.

Tuttavia molti autori, soprattutto alle prime prove di scrittura, sottovalutano non poco questo aspetto.

Accade quindi che un lettore, leggendo il testo, non riesce a ricostruire i nessi logici che tengono insieme i vari elementi.

Quando è così, qualcosa non ha funzionato ed è molto probabile che il lettore, confuso dalle proprie domande, decida di abbandonare la lettura.

Pertanto verifica sempre che ogni situazione, scena, azione, episodio, abbia la propria ragione di esistere.

Coerenza narrativa

Qualsiasi storia, anche quella più lontana dalla realtà, deve avere una coerenza narrativa interna.

Viceversa, la storia risulterà inverosimile.

È il cosiddetto “patto narrativo” tra autore e lettore.

Vale tanto per testi ispirati alla realtà.

Tanto per testi che descrivono mondi assolutamente inventati.

Questo perché, chi si appresta a leggere una storia, è disposto ad accettare che quanto descritto sia vero.

Anche se la vicenda narrata è ambientata nell’anno 4572 in una galassia sconosciuta e popolata da esseri completamente inventati.

Questo è ciò che in narratologia si chiama tecnicamente “sospensione dell’incredulità”.

In sostanza il lettore accetta per vero ciò che vero non è.

Il tutto per fare in modo che la storia possa esistere ed essere recepita.

Questa fiducia da parte del lettore però non è una fiducia incondizionata.

Al primo errore, il lettore ti molla.

Ad esempio, se racconti di un omicidio avvenuto nella Parigi del 1200, non puoi risolvere il caso con la prova del DNA.

Allo stesso modo se un tuo personaggio è un rampollo di una famiglia aristocratica dell’Inghilterra di metà ‘800, di certo non potrà esprimersi come il garzone di una bottega dei sobborghi di Londra.

Se così fosse, chi legge il tuo testo si sentirebbe senz’altro preso in giro.

Pertanto tutte queste incoerenze non fanno altro che far risvegliare bruscamente il lettore dall’incanto della storia.

Scrivi solo quello che serve

Scrivi soltanto quello che occorre per portare avanti la narrazione.

Se un passaggio, una scena, una sfumatura o un dettaglio non hanno alcun senso ai fini della tua narrazione, eliminali.

Non distrarre il lettore con elementi inutili che non hanno alcuna ragion d’essere.

Ciò non vuol dire che l’intero tuo testo debba essere lineare e scarno.

Ci mancherebbe!

Piuttosto puoi creare delle increspature narrative giocando con flashback, anticipazioni, suspense, depistaggi, passaggi tra punti di vista e prospettive diverse.

Il tutto, ovviamente, solo se ha un senso ai fini della storia che vuoi raccontare, non certo per mero esibizionismo narrativo.

Descrivi i dettagli e le sfumature

Tieni sempre alta l’attenzione del lettore.

Fondamentali, a tal proposito, sono i dettagli e le sfumature che puoi distribuire all’interno del tuo testo.

Descrivi ambienti e personaggi con cura e precisione, mettendo in risalto i particolari.

Il tutto scegliendo i vocaboli più opportuni.

Non accontentarti di frasi fatte e di luoghi comuni.

Piuttosto punta sulla freschezza e sull’espressività di immagini e suggestioni, così da catturare subito l’attenzione del lettore.

Se, ad esempio, la protagonista della tua storia è una donna di mezza età particolarmente affascinante, la sua descrizione deve essere tutt’altro che ovvia e scontata.

Pertanto è bene puntare sui dettagli, come può essere il taglio dei suoi occhi, o un tatuaggio fatto in passato che cerca a tutti i costi di coprire o, perché no, un particolare inestetismo.

Questo è di certo il modo più efficace per fare breccia nella fantasia del lettore.

Ricorda: sono i dettagli che fanno la differenza.

Tuttavia, cerca di non esagerare.

Dosali bene, con parsimonia, altrimenti rischi di appesantire la narrazione.

Piccolo suggerimento: leggi sempre a voce alta i testi scritti.

Ti aiuterà a far venire fuori eventuali ridondanze.

Sviluppa al meglio la storia da raccontare

Il conflitto è il motore di ogni narrazione.

Una storia che tiene alta l’attenzione del lettore è una storia che mette in luce lo sviluppo, la maturazione e l’esplosione di un conflitto.

Aggirare il conflitto o lasciarlo in sospeso senza farlo esplodere in profondità è un errore narratologico abbastanza grave.

Il risultato?

Ti ritroverai con una storia assolutamente piatta e monotona.

Pertanto metti sulla strada del protagonista imprevisti, situazioni, eventi, che lo facciano “inciampare nella vicenda”.

Questo in narratologia si chiama “arco narrativo”.

L’arco narrativo si basa:

1) sul costante innalzamento della tensione

2) sull’esplosione del conflitto

3) sulla progressiva risoluzione di conflitto e tensione.

Ricorda: maggiore è la tensione, maggiori saranno le carte a tua disposizione per far esplodere la storia.

Modi di scrittura

Molti scrittori, soprattutto alle prime armi, quando scrivono una storia sono persuasi dal fatto che non possa essere raccontata in altro modo.

Nulla di più sbagliato!

Uno scrittore non è un nonno che racconta ai nipoti le vicende della propria giovinezza, ovvero “da sempre allo stesso modo”.

Tanto che nessuno lo ascolta più perché tutti conoscono a memoria ogni passaggio.

Una storia può essere narrata in tanti modi diversi.

Infiniti sono i modi di scrittura a cui si può ricorrere per raccontare una medesima storia.

Solo provando e riprovando puoi individuare quello più efficace.

Scrivere vuol dire soprattutto questo: valutare tra le diverse soluzioni narrative a disposizione, quella più opportuna da adottare.

A tal proposito, accetta di buon grado tutti i consigli e le critiche e fanne tesoro.

Scrivi e riscrivi il tuo testo finché non raggiunge la sua versione ottimale.

Ricorda: se il tuo testo non fa breccia nella mente e nell’animo di chi legge, è opportuno raccontare questa storia in modo diverso.

Non serve a nulla immaginare di sostituire il pubblico che la legge.

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