Racconti: scrivere short stories

I racconti, siano essi lunghi o brevi (short story), sono una forma d’arte autonoma nell’ambito della scrittura creativa.

Molti grandi scrittori di oggi come di ieri, si sono cimentati nella scrittura di racconti o short stories.

Alcuni di loro prima di dedicarsi alla stesura dei grandi romanzi.

Altri tra un romanzo e l’altro.

Altri ancora hanno fatto del racconto o del racconto breve la loro arte.

Raymond Carver, Ernest Hemingway, John Cheever, Ray Bradbury, Charles Bukowski.

E ancora, Dino Buzzati, Goffredo Parise, Italo Calvino, solo per citarne alcuni.

Nella storia della letteratura il racconto breve ha una sua precisa identità e connotazione.

A tal proposito, il racconto breve non soltanto è un genere a tutti gli effetti, ma è tutt’altro che un genere minore rispetto al romanzo.

Oggi, rispetto al passato, i racconti hanno un mercato editoriale probabilmente più ristretto.

Il mio suggerimento è quello di non farteli scappare.

Che tu sia uno scrittore alle prime armi o un narratore esperto, ti consiglio di leggere tanti racconti e scriverne altrettanti.

I racconti (o short stories) sono un banco di prova eccezionale dove imparare e mettere in pratica tutti i segreti dell’arte della scrittura, dalla progettazione narrativa ai personaggi, dalle trame alle descrizioni, dallo stile alle digressioni.

Il laboratorio dove toccare con mano un po’ tutti quelli che sono gli attrezzi del mestiere di uno scrittore, ovvero le tecniche narrative.

Lunghezza del racconto

La differenza tra il racconto e il romanzo è pressappoco quella che intercorre tra la lucertola e il coccodrillo.
Questione di lunghezza, in buona sostanza.

Infatti, tra il racconto e il romanzo, non esiste una differenza di tipo qualitativo, se non quella relativa alla lunghezza del testo, e alle diverse possibilità narrative ad essa legate.

In linea generale esistono due diversi criteri per catalogare un testo narrativo:
a) in base al numero di cartelle editoriali
b) in base al numero di parole

La catalogazione di un testo narrativo in base al numero di cartelle editoriali è la seguente:
1) Romanzo (oltre 150 cartelle)
2) Romanzo breve o novella (da 51 a 150 cartelle)
3) Racconto lungo (da 31 a 50 cartelle)
4) Racconto (da 6 a 30 cartelle)
5) Racconto breve o short story (fino a 5 cartelle)

Una cartella editoriale è un foglio di testo di 30 righe di 60 battute circa ognuna, per un ammontare di 1800 battute compresi gli spazi.

In generale, per definire i costi dei servizi editoriali, si tende a quantificare la lunghezza di un testo in base al numero di cartelle editoriali.

Calcolare il numero di cartelle editoriali di un testo è molto semplice:
1) Apri il file di testo
2) Seleziona il testo
2) Vai in Menu, clicca su “Revisione” e, successivamente, su “Conteggio parole”
4) Il numero che trovi alla voce “Caratteri spazi inclusi” dividilo per 1800.
5) il numero che visualizzi è quello delle cartelle editoriali in cui è contenuto il tuo testo.

La catalogazione di un testo narrativo in base al numero di parole è la seguente:
1) Romanzo (oltre 40000 parole)
2) Romanzo breve o novella (da 20000 a 40000 parole)
3) Racconto lungo (da 10000 a 20000 parole)
4) Racconto (da 5000 a 10000 parole)
5) Racconto breve (da 1000 a 5000 parole)
6) Racconto brevissimo o flash story (non più di 1000 parole)

Queste catalogazioni non hanno un valore assoluto e, relativamente a romanzi e racconti, ne esistono diverse.
In passato, infatti, venivano denominati novelle anche scritti molto brevi, più brevi dei racconti.

La catalogazione che ho riportato è quella più immediata e veloce per orientarsi nell’ambito della letteratura contemporanea.

Pertanto, se vuoi scrivere un racconto, allora devi scrivere un testo di lunghezza compresa dalle 5000 alle 7500 parole circa.

Strutturare un racconto

Quando si scrive un racconto, come va strutturato?

Per prima cosa, quando ci si appresta a scrivere una storia breve, è bene chiarire un aspetto: il racconto è un testo autosufficiente che si auto conclude.

Quando si parla di racconti non ha senso parlare di prequel, sequel, trilogie, tetralogie, come avviene per i romanzi.

La serialità non è una prerogativa del racconto.

Diversamente, l’intero testo sarebbe qualcosa di molto più vicino ad un romanzo che ad un racconto.

Detto ciò, possiamo dire che la struttura di un racconto è la stessa di ogni altro testo narrativo.

Distinguiamo, infatti:

a) Introduzione (parte iniziale), ovvero la parte dove è descritto l’ambiente o lo scenario in cui si svolgono i fatti, i personaggi e il fattore iniziale di svolta che scatena la storia.

b) Sviluppo (corpo centrale), ovvero la parte in cui avviene l’azione, quella in cui il protagonista è alle prese con ostacoli e difficoltà e interagisce con gli altri personaggi.

c) Epilogo (parte finale), ovvero la parte in cui la storia si conclude, quella in cui il protagonista termina le proprie peripezie.

Un racconto, come un romanzo, non necessariamente deve concludersi con l’happy end, ossia il lieto fine.

Tantomeno deve avere un finale chiuso, ovvero un finale in cui tutti i singoli aspetti trattati trovano necessariamente risoluzione o in cui il bene trionfa a tutti i costi sul male o viceversa.

Anche i racconti, proprio come i romanzi, possono avere un finale aperto, lasciare sospese o irrisolte delle questioni, così che sia il lettore ad immaginare, a cavallo della propria fantasia, il modo in cui le cose potrebbero concludersi.

Pertanto un buon finale, o un finale riuscito, non necessariamente è quello che dà una risposta a tutti gli interrogativi di un lettore.

Differenze tra racconti e romanzi

Anche i racconti, allo stesso modo dei romanzi, possono essere distinti in base al genere letterario.

Pertanto, se scrivi racconti di genere, qualunque esso sia (storico, fantasy, giallo, fantascienza, noir, thriller, ecc.) devi rifarti inevitabilmente a quelli che sono i tratti distintivi, i canoni, del tuo genere.

Inoltre il racconto, rispetto al romanzo, ha una struttura tendenzialmente meno articolata e complessa, in quanto è nella brevità del testo che è necessario condensare la storia.

Da qui l’impossibilità di presentare numerosi personaggi, contesti o digressioni.

Più precisamente un racconto, rispetto ad un romanzo, ha:

a) un numero inferiore di personaggi: il protagonista (o, tutt’al più, due co-protagonisti) a cui si aggiungono un numero ristretto di personaggi secondari.

b) una minore durata temporale: le vicende hanno luogo in un tempo circoscritto (poche ore o pochi giorni), i flashback sono rigorosamente brevi e i salti temporali verso il futuro hanno la sola finalità di mostrare come termina la storia.

c) scarsa presenza o totale assenza di sottotrame: la storia si innesta soltanto sulla trama principale, sull’evoluzione del protagonista o dei coprotagonisti. C’è un solo tema, non ci sono trame parallele o sottotrame che riguardano i personaggi minori.

Il racconto come sintesi degli elementi narrativi

Il racconto, anche se ha un testo e una struttura elementare, non può essere mai considerato una sorta di sunto del ben più ampio e articolato romanzo.

La short-story sintetizza in sé tutti gli elementi e le caratteristiche delle lunghe narrazioni, ma in maniera concentrata.

Pertanto, scrivere racconti o scrivere racconti brevi, è tutt’altro che semplice.

Non solo.

A differenza di quanto molti suppongono, scrivere racconti non è meno impegnativo e faticoso di scrivere un romanzo.

Tante e varie sono le difficoltà e le insidie legate alla narrazione breve.

Quella più comune è legata al fatto che non tutti gli autori hanno il dono della brevità e della concisione e non sempre riescono ad evitare lunghe descrizioni per definire personaggi e ambienti.

Il tratto caratteristico dei racconti e delle short stories è esattamente quello di demandare alla fantasia del lettore il compito di completare, sulla base dei dettagli e dei passaggi disseminati nel testo dall’autore, quelli che sono i pensieri e gli stati d’animo dei personaggi, oltre che arricchire le descrizioni degli ambienti e rilevare le sfumature che completano la storia.

Quindi, nello scrivere un racconto o una storia breve, non lanciarti in descrizioni lunghe e minuziose di personaggi e ambienti.

Piuttosto seleziona bene i dettagli con cui descriverli in maniera precisa ed efficace.

Ciò consentirà al lettore di riscostruire autonomamente il resto.

In tal senso, un racconto tendenzialmente breve, sarà per lo più composto da sequenze dialogiche e narrative, a scapito di quelle riflessive o descrittive.

A ben vedere quindi le short stories e i racconti, sono degli scritti densi e intensi.

L’effetto di densità e intensità, non lo si ottiene semplicemente tagliando delle parti della narrazione o semplificandone altre.

La sfida è quella di condensare in poche pagine, la medesima profondità che si può ritrovare in un testo di 200 pagine.

Bella sfida, vero?

Decisamente, si!

In tal senso, quindi, è bene pensare ai racconti come ad una sorta di “narrazioni sintetizzate”, in cui è possibile ritrovare tutto quello che è presente in un romanzo.

Nel breve spazio del racconto, occorre sviluppare e controllare nel modo più efficace possibile la trama, fatti e personaggi.

Pertanto, se lavorare su un racconto può sembrare più facile rispetto al romanzo, se non altro per la facilità di muoversi su un testo che è racchiuso in poche cartelle, la grande sfida consiste nell’imprimere la stessa profondità e intensità espressiva.

Viaggio breve o viaggio lungo?

Il racconto, sebbene decisamente breve (come detto ha una lunghezza che varia tra le 5000 e le 7500 parole), deve contenere, ad ogni modo, l’impianto di una storia completa.

Pertanto, cimentarsi nella scrittura di racconti e short stories è, in assoluto, il modo migliore per imparare ad utilizzare tutte le varie tecniche narrative e poter provare, un giorno, a scrivere un testo lungo come quello di un romanzo.

Per meglio definire e aiutarti a comprendere il rapporto che intercorre tra racconto e romanzo, vorrei che mi seguissi in questo breve excursus.

Quando ero adolescente (direi che è passato davvero un bel po’ di tempo!), durante i mesi estivi, ogni fine settimana raggiungevo i miei cugini nella loro casa al mare.

Saltavo sul treno che il venerdì mattina mi portava da loro e la domenica sera risaltavo sul treno per fare ritorno a casa, facendo lo stesso percorso ma all’inverso.

Se ero fortunato riuscivo a prendere al volo uno di quei treni a lunga percorrenza, di quelli che fermano soltanto nelle stazioni principali.

Quattro o cinque fermate in tutto.

Risultato: in un’ora e trenta minuti ero a destinazione.

Appena il tempo di sfogliare le pagine di un libro e immergermi nella storia, che ecco spuntare dal finestrino la collinetta che mi ricordava che di lì a dieci minuti sarei arrivato.

Viceversa, quando per coincidenze e orari non ero fortunato, dovevo accontentarmi di un treno locale che fermava in ogni stazione e che impiegava quasi tre ore per coprire l’intero percorso, tempo nel quale penso di aver concluso la lettura di più di un libro.

Diversa era non soltanto la durata del viaggio, ma anche il tipo di passeggeri.

Sul treno locale c’erano viaggiatori che in quello ad alta percorrenza non incontravo mai, proprio perché la maggior parte erano persone che scendevano e salivano nelle stazioncine intermedie.

Cosa c’entrano le vacanze della mia adolescenza con la scrittura creativa e il rapporto tra racconto e romanzo?

La storia contenuta in un racconto è qualcosa di simile ad un viaggio su un treno ad alta percorrenza, dove l’alta velocità ti impedisce di intercettare dettagli e sfumature del paesaggio, pochi sono i viaggiatori che scendono e salgono perché poche sono le fermate intermedie e, di conseguenza, scarse sono le interazioni tra i personaggi.

Il racconto è breve perché veloce, ma deve comunque esprimere uno sviluppo e una trasformazione sia degli eventi che del protagonista.

Il viaggio dura meno, ma il percorso è lo stesso!

La storia contenuta in un romanzo, invece, è qualcosa di simile ad un viaggio su un treno locale, dove, per il gran numero di fermate, procederà spesso a rilento, offrendoti la possibilità di scorgere dettagli e sfumature del panorama e fermarti a riflettere (sequenze descrittive e sequenze riflessive) il tutto corredato da un interscambio frequente di viaggiatori che interagiscono tra loro e con te (sequenze dialogiche e sequenze narrative).

Nel romanzo decidi tu quante e quali sono le fermate, i viaggiatori, cosa accadrà e la durata dell’intero viaggio.

Questo piccolo esempio per farti comprendere meglio il rapporto tra racconto e romanzo e, soprattutto, aiutarti a maturare una consapevolezza, ovvero che il racconto è un genere dotato di una propria complessità, completezza e di specifiche caratteristiche intrinseche.

Pertanto scrivere racconti è un esercizio di scrittura creativa fondamentale per imparare ad organizzare in uno spazio e in un tempo limitato tutti gli elementi della narrazione.

Il racconto come presupposto per arrivare un giorno a scrivere un romanzo.

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