Quando un colpo di scena ha il potere di rilanciare la narrazione

Il colpo di scena di una storia

Colpo di scena e la storia riparte

Colpo di scena!… e il racconto o il romanzo che stiamo leggendo sprigiona d’un tratto un interesse imprevisto e inaspettato.

È esattamente questo, nella maggior parte dei casi, l’espediente narrativo che porta il lettore a rimanere incollato alla pagina.

Proprio così!

E le anticipazioni?

Sono assolutamente importanti!

E la suspense?

 Un ingrediente indispensabile.

Eppure, in un testo narrativo, niente è più efficace di un sano, improvviso e imprevisto colpo di scena per rilanciare la narrazione.

A ben vedere, il colpo di scena è un fattore costitutivo di una narrazione perché consente di fare avanzare la storia.

Inoltre, in quanto imprevisto, ostacola il raggiungimento di un obbiettivo rendendo tutto più appassionante.

Ancora: accende la curiosità nel lettore nei confronti della vicenda narrata, come pochi escamotage narrativi sanno fare.

Tuttavia, quando si parla di colpo di scena, è bene chiarire una cosa.

Per colpo di scena non si deve intendere necessariamente uno stravolgimento radicale e profondo degli eventi che compongono la storia.

In molti casi è sufficiente collocare nella storia, in maniera opportuna, alcuni dettagli o particolari, così da sortire un effetto proprio da colpo di scena.

Ancora: i colpi di scena non sono da intendersi come un cambio di direzione radicale della narrazione, o, per lo meno, non sempre.

A volte bastano anche soltanto dei piccoli particolari, messi al posto giusto nel momento giusto per imprimere alla storia un deciso cambio di passo.

Ma procediamo con ordine.

Di seguito 7 diversi tipi di colpi di scena.

Vediamoli insieme.

Cliffhanger

Il cliffhanger potremmo definirlo “un finale sospeso”.

Si tratta di “qualcuno” o anche “qualcosa” che sta per essere lanciato/a nel fuoco.

È propriamente un escamotage narrativo utilizzato tanto in letteratura, quanto nei telefilm, nelle serie televisive, nel cinema.

A ben vedere, anche nei videogames.

Di solito, in narrativa, il cliffhanger è quell’evento o situazione posti a conclusione di un capitolo, un episodio o anche del romanzo stesso, con l’obiettivo di solleticare l’interesse e la fantasia del lettore e spingerlo a proseguire nella lettura del volume o a leggere anche quello successivo.

Le mille e una notte è un esempio classico di sospensione narrativa nel bel mezzo di un evento o situazione ad elevato grado di coinvolgimento emotivo.

Un consiglio: Non esagerare!

Piuttosto è bene utilizzare il cliffhanger con parsimonia.

Eccedere in continue sospensioni della narrazione non solo determinerà un appesantimento della stessa, ma in molti casi scoraggerà il lettore nel portare a termine la lettura.

Altra raccomandazione: il cliffhanger sortisce il suo effetto anche lasciando in sospeso eventi o situazioni mediante elementi comuni e quotidiani come può essere un volantino trovato nella buca della posta, una musica ascoltata passando nei pressi di un night club o, perché no, una telefonata nel cuore della notte.

Narratore inaffidabile

Il narratore inaffidabile è tra gli espedienti più utilizzati per predisporre un colpo di scena nel bel mezzo della narrazione.

Si tratta di un personaggio (o anche la stessa voce narrante) che, ad un certo punto della narrazione, in maniera diretta o indiretta, volontaria o inconsapevole, dimostra di avere in qualche modo manipolato la storia.

Il tutto per i motivi più svariati: o perché è matto, o ubriaco, o semplicemente perché dimostra di non essere credibile.

Oppure semplicemente per un equivoco o un imprevisto.

Un po’ come accade nel capolavoro di Jonathan Swift I viaggi di Gulliver.

Non solo.

Il narratore inaffidabile è particolarmente caro agli scrittori di romanzi gialli, che in esso sovente trovano l’escamotage per far cambiare repentinamente direzione alla storia.

Agnizione

L’agnizione è l’inatteso e repentino svelamento dell’identità di uno o più personaggi, svelamento che a sua volta innesca un evidente svolta alla narrazione.

Dal latino agnitio, ovvero “riconoscimento”, l’agnizione è un vero e proprio topos letterario.

Ne è un classico esempio, nella letteratura come nel cinema, il caso di quei personaggi che, al termine di una sequela di peripezie, giungono a rivelare la propria reale identità, o per autorivelazione o perché riconosciuti o smascherati da uno o più personaggi della storia.

L’agnizione è una soluzione narrativa molto in voga nel genere noir o nei romanzi di avventura, oltreché nelle storie a sfondo psicologico.

Un esempio classico è la vicenda di Edipo.

Il personaggio riesce ad avere piena consapevolezza di sé soltanto al culmine di quello che è un vero e proprio viaggio all’interno del proprio animo.

Quella dell’agnizione, pertanto, è una soluzione narrativa che va opportunamente calibrata e calata all’interno della storia.

Viceversa, se utilizzata in maniera inopportuna, può generare incongruenze che, nella maggior parte dei casi, rischiano di compromettere l’intero impianto narrativo.

Aringa rossa

Con l’espressione “aringa rossa” generalmente si fa riferimento a quello che potremmo definire un indizio fasullo, previsto proprio per sviare il lettore.

L’aringa rossa, in tal senso, non ha tanto la funzione di rilanciare d’un tratto la narrazione, quanto piuttosto quella di preparare il terreno per un imminente colpo di scena.

Definizione, quella del red herring (aringa rossa), che è stata mutuata dal gergo venatorio inglese, dove la consuetudine di utilizzare le aringhe rosse durante le battute derivava dalla necessità di depistare e confondere i cani dei cacciatori avversari e condurli su false piste.

Per un lettore che è sulle tracce lasciate nel narratore all’interno di un testo, il discorso non è molto diverso.

La pistola di Čhecov

La cosiddetta pistola di Čhecov è quell’indizio, elemento, dettaglio o situazione che fa capolino nella parte iniziale della narrazione, ma di cui non si comprende del tutto il valore e/o il significato.

Con il procedere della narrazione sarà compito di una rivelazione improvvisa spiegarne il senso.

La pistola di Čhecov così si chiama in quanto l’autore russo era solito ripetere che se in un racconto o in un romanzo ci si imbatte in una pistola, beh, è necessario che prima del punto finale quella pistola spari.

È quello che gli inglesi tecnicamente definiscono foreshadowing, ovvero prefigurazione.

Da ciò ne deriva una lezione di narratologia assolutamente fondamentale che vale sia per quanto riguarda la pianificazione di un colpo di scena sia per quanto riguarda la costruzione di una storia in generale:

mai introdurre nella narrazione indizi, elementi o oggetti non funzionali al procedere della narrazione stessa.

Diversamente il lettore potrebbe ritrovarsi ad attendere un colpo di scena che mai ci sarà.

O, allo stesso modo, finire la lettura del testo senza riuscire a comprendere e giustificare la presenza di un determinato elemento, indizio o oggetto.

Peripeteia

La peripeteia è forse colpo di scena per eccellenza.

Si tratta di un classico rovesciamento improvviso di una situazione, rovesciamento che può essere tanto in senso positivo quanto negativo di quelle che possono essere le sorti di un personaggio e/o delle circostanze.

Un esempio di peripeteia ci viene direttamente dalla letteratura classica, più precisamente dall’Orestea di Eschilo, con la morte spiazzante di Agamennone per mano di Clitemnestra sua moglie.

Colpo di scena finale

Quando si parla di colpo di scena non può mancare un riferimento al colpo di scena per antonomasia, ovvero: il colpo di scena finale.

Il colpo di scena, come sappiamo, è un’inversione improvvisa e profonda nella direzione o nell’esito prefigurato della trama.

Un finale inaspettato insomma.

Un colpo di scena finale, a differenza di un colpo di scena piazzato all’inizio o nel bel mezzo della narrazione, ha il potere non solo di cambiare l’impressione che il pubblico ha maturato sulle vicende narrate fino a quel momento, ma anche la capacità di predisporre un nuovo conflitto che lo colloca in un contesto diverso.

Un colpo di scena può essere caldeggiato così da preparare il lettore ad accettarlo.

Questo escamotage ha la funzione non tanto di far avanzare nella lettura, quanto quella piuttosto di garantire un finale indimenticabile della storia.

Il romanzo Espiazione di Ian McEwan è un classico esempio di romanzo dal finale spiazzante.

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