L’uso degli archetipi nella caratterizzazione dei personaggi

La giusta caratterizzazione dei personaggi è un presupposto fondamentale per una buona stesura di un testo.

Molti autori, soprattutto alle prime prove di scrittura, tendono a focalizzare la propria attenzione più sulla costruzione della trama, trascurando un aspetto altrettanto importante, che è quello riguardante l’opportuna caratterizzazione dei personaggi.

La caratterizzazione di un personaggio (in particolare come caratterizzare un personaggio), insieme a tutte le sfaccettature e alle sfumature della personalità e del carattere di un personaggio, è una parte assolutamente ineludibile per poter articolare una storia nel migliore dei modi.

Solo se progettata e costruita con cura e attenzione da parte dello scrittore, una storia può esplodere appieno in tutto il suo potenziale.

Che tu sia un autore a cui basta un niente per lanciarsi a scrivere e lasciare dietro di sé fiumi di inchiostro o, viceversa, uno che prima di iniziare a mettere nero su bianco ha bisogno di avere tutto, ma proprio tutto sotto controllo, non fa differenza.

Quando si vuole scrivere una storia, nulla è più importante di fare un attento e accurato lavoro di progettazione narrativa.

La progettazione narrativa è la bussola che ti permette di orientarti nel percorso, ancora tutto da compiere, della tua storia, mettendoti al riparo dal rischio di smarrire la rotta.

La progettazione narrativa: l’uso degli archetipi

Ogni autore, prima o poi, è alle prese con il cosiddetto blocco: il blocco dello scrittore.

Hai tutta la storia in testa, chiara, precisa. Hai iniziato a scrivere, carico di idee, fiducia ed entusiasmo.

Poi, buttate giù le prime pagine, hai la sensazione che la tua macchina narrativa, senza un motivo plausibile, inizia a rallentare.

Pagina dopo pagina ti accorgi che è sempre più difficile andare avanti e l’ispirazione che ti ha accompagnato fin lì è solo un lontano ricordo.

Irrimediabilmente, la tua creatività, la tua fantasia, l’immediatezza e la semplicità con cui hai iniziato a scrivere le prime pagine, ti hanno abbandonato.

D’improvviso, ti ritrovi al rigo successivo e non sai più come andare avanti.

In breve: il blocco dello scrittore.

Così inizi a interrogarti sulla validità dell’idea iniziale, sulla trama, che probabilmente non hai costruito nel modo giusto, sulla storia intera che forse, tutto sommato, non è un gran che.

In alcuni casi può essere realmente la storia ad essere debole, ma per esperienza ti dico che, con le dovute modifiche, ogni storia può essere migliorata e raccontata nel migliore dei modi.

Pertanto, non rinunciare a tirare fuori e a raccontare la storia che hai dentro.

Piuttosto, focalizza l’attenzione sui personaggi.

Li conosci bene? Hai di loro un’immagine chiara e precisa? Hai definito in dettaglio ogni sfumatura del loro carattere e della loro personalità?

I personaggi sono un aspetto fondamentale di una storia.

Puoi aver creato una trama davvero sensazionale, con dei nuclei narrativi particolarmente efficaci, tuttavia la narrazione non decollerà mai se non conosci in profondità i tuoi personaggi e non sai le loro azioni e le loro reazioni dinanzi al cospetto delle varie vicende.

Non sono i nuclei narrativi che permettono alla storia di svilupparsi.

Piuttosto sono azioni e reazioni dei personaggi a far procedere la trama.
Ma come raccontare le peripezie dei tuoi personaggi se prima non hai definito la loro personalità e il loro carattere?

Da qui la necessità di ricorrere agli archetipi nella progettazione narrativa.

Solo in questo modo puoi far entrare in scena i tuoi personaggi nella maniera più opportuna ed efficace.

Che cos’è un archetipo?

L’archetipo è un modello originario, un’immagine ancestrale.

Gustav Jung, in psicologia, parla di archetipi come di rappresentazioni mentali, ovvero di idee innate connaturate all’essere umano, alla sua coscienza e che, pertanto, hanno un carattere universale e collettivo.

Si tratta di una sorta di sostrato collettivo che racchiude il nostro patrimonio psicologico di specie.

Gli archetipi, infatti, trascendono ogni cultura e ogni epoca e sono presenti nella mitologia, nelle narrazioni e nell’immaginario collettivo di qualsiasi popolo.

In narratologia possiamo operare una semplificazione e considerare gli archetipi come schemi di comportamento che i diversi personaggi riflettono di volta in volta.

Tra gli archetipi più diffusi abbiamo il Re, il Messaggero, l’Ombra, il Mentore, l’Eroe, l’Orfano, l’Imbroglione, il Guardiano di Soglia, il Fanciullo.

Ogni singolo archetipo racchiude sia elementi di ombra che elementi di luce.

Gli elementi di ombra sono le sfumature negative del carattere come i vizi, le mancanze e i difetti.

In narratologia un archetipo, declinato nei sui elementi di ombra, è generalmente un cattivo, un antagonista, il malvagio della storia.

Gli elementi di luce sono le sfumature positive del carattere come virtù, qualità, pregi.

In narratologia un archetipo, declinato nei suoi elementi di luce, fa riferimento ad un personaggio buono, positivo o anche al protagonista della storia.

Pertanto, al fine di scrivere una storia nel migliore dei modi, è bene ribadire che, in quanto schemi di azione, gli archetipi sono simboli, ovvero sagome da riempire e definire con la personalità e il carattere specifico dei vari personaggi.

Questa la ragione per cui, pur essendo l’archetipo dell’Eroe un archetipo universale, ogni personaggio eroico somiglia solo ed esclusivamente a se stesso, diverso in tutto e per tutto dai protagonisti di tutte le altre storie.

Proprio per assumere tratti unici e inconfondibili, un personaggio, nel corso dell’intera narrazione, dovrebbe rivestire vari archetipi.

Un personaggio che incarna un solo archetipo per l’intera storia, senza variazioni e ridefinizioni, rimane un personaggio scontato, piatto, prevedibile, che mai e poi mai potrà essere portatore di una storia avvincente e spiazzante.

Viceversa, un personaggio descritto in tutta la sua complessità e specificità, oltre che nella sua metamorfosi all’interno della storia, è decisamente più interessante e appassionante.

In particolar modo se il personaggio in questione è il protagonista della vicenda, a conclusione della stessa dovrà essere irrimediabilmente diverso rispetto all’inizio, in quanto le situazioni, le peripezie e le esperienze vissute devono averlo inevitabilmente cambiato.

Differenze tra archetipi e stereotipi

È molto utile mettere in evidenza la differenza tra archetipi e stereotipi.

Se l’archetipo è un modello originario e universalmente riconosciuto, lo stereotipo è l’esatto opposto.
Stereotipo, infatti, vuol dire copia, immagine rigida.

Lo stereotipo è una sintesi estrapolata da un modello universale, ricavata mediante la generalizzazione dei tratti distintivi modello stesso.

Ancora, se l’archetipo è espressione dell’immaginario collettivo, lo stereotipo veicola invece quella che è una prospettiva limitata e parziale, sovente condizionata dal pregiudizio.

Ciò non vuol dire che uno stereotipo non possa diventare il personaggio di una narrazione, tutt’altro.

Di solito quando ciò avviene è proprio per utilizzare lo stereotipo al fine di accrescere un pregiudizio, in chiave sarcastica, ironica o anche polemica.

L’utilizzo degli archetipi nella caratterizzazione dei personaggi

Per poter utilizzare gli archetipi nel modo più opportuno ed efficace in tutte le loro possibili gradazioni e sfumature, o per traghettare un personaggio da uno ad un altro, è opportuno avere una conoscenza approfondita degli archetipi ed essere in grado di capire a quale di essi appartiene ogni personaggio all’inizio della narrazione.

Di seguito, qualche consiglio per comprendere a quale archetipo appartengono i personaggi della tua storia.

Prima di tutto, nell’affrontare la descrizione di un personaggio, parti dal protagonista.

Pensa al tuo personaggio come se fosse proprio davanti a te.

Se ti può essere utile, prova a chiudere gli occhi, così da fare in modo di visualizzarlo meglio.

Osservalo con grande attenzione e prova ad individuare quanti più dettagli possibili della sua personalità, del carattere, del suo modo di agire(come la descrizione psicologica, la caratterizzazione sociale o la caratterizzazione fisica.

Ti suggerisco di partire dalla definizione dei dettagli esteriori, in quanto l’aspetto fisico può rivelarti molte cose del suo mondo interiore.

a) Il volto: è grosso o scavato? Gli occhi sono fissi o vispi? Che informazioni ci dà riguardo la sua età, le sue abitudini, il suo passato, il suo lavoro?

b) La pelle: è elastica o solcata da rughe? È delicata o segnata dai vizi e dal sole? Qual è il suo colore?

c) I capelli: di che colore sono? Sono lunghi o corti? Che tipo di pettinatura ha? Denotano cura per il proprio corpo o trasandatezza?

d) La corporatura: è magra o robusta? È atletica o fuori forma? Ha l’interesse, la voglia, il tempo per migliorare la propria forma fisica?

e) La sua età: qual è la sua età? Come ha trascorso i suoi anni? È all’ “avventura” della sua vita oppure ne ha vissute già altre?

f) L’abbigliamento: cosa indossa di solito? Cosa ama indossare? Segue la moda oppure no? Indossa abiti adeguati alla sua età e al suo stile di vita?

Analizza a fondo ognuno degli aspetti sopraelencati, formulando un gran numero di domande per ognuno di essi.

È questo un meccanismo molto efficace per aiutarti a scorporare un gran numero di informazioni che, alla stregua delle tessere di un puzzle, ti aiuteranno ad avere la visione perfetta di ognuno dei tuoi personaggi.

Nota bene: non tutte le informazioni che rileverai in questa fase saranno inserite nel testo, ma è tuo compito, in quanto autore, individuarne il più possibile per essere sicuro di conoscere a fondo il tuo personaggio e farlo muovere all’interno della narrazione.

Dalla caratterizzazione all’archetipo

Dopo aver rilevato tutti dettagli e tutte le sfumature possibili relativi alle caratteristiche fisiche, puoi procedere all’analisi vera e propria della personalità e del carattere del tuo personaggio.

Il tuo personaggio:

a) è estroverso o introverso

b) è istintivo o razionale? Affronta i problemi o scappa da essi?

c) prende l’iniziativa oppure aspetta che siano gli altri a fare la prima mossa?

d) cosa pensa di sé? Del proprio carattere? Del suo aspetto fisico?

e) Quali le sue passioni?

f) Ha una famiglia? Che rapporto ha con i suoi familiari?

g) Ha degli amici? Che tipi sono? Quando li ha conosciuti?

h) Quali sono le cose che gli piacciono? Quali no?

i) È una persona profonda o superficiale?

l) È una persona solitaria oppure ama circondarsi di altre persone?

m) Cosa ama di più in assoluto? Di cosa farebbe volentieri a meno?

n) Cosa lo spaventa? Cosa teme sopra ogni altra cosa?

Queste domande sono soltanto uno spunto.

Tante e tante altre domande ancora puoi farti per avere una visione dettagliata di quello che è il tuo personaggio, così da riuscire a ricostruire il suo modo di pensare, di sentire e di agire.

La figura articolata e dettagliata che emergerà è esattamente un archetipo in cui prende forma il personaggio o, meglio ancora, è il personaggio che “indossa” il suo archetipo.

In questo breve articolo ho solo introdotto quelli che sono i principali archetipi e ho volutamente evitato di fornirti dei modelli precostituiti.

Ciò che più conta in questa fase non è tanto conoscere i nomi degli archetipi, quanto conoscere in dettaglio il tuo personaggio.

Inoltre, ricorda che questo lavoro preliminare ti consente di avere l’immagine del tuo personaggio all’inizio della narrazione.

Egli, nel corso della storia, cambierà, ma la sua evoluzione la potrai descrivere solo se hai delineato quest’immagine iniziale.

Dalle risposte che hai dato alle tante domande che ti sei posto, riuscirai anche a desumere quali ostacoli, difficoltà dilemmi e questioni porre sul suo cammino, quali sono le leve che possono innescare le sue azioni e le sue reazioni, le mete a cui farlo tendere, i personaggi con cui avere a che fare.

Puoi quindi posizionare all’interno della tua opera gli snodi narrativi e puoi iniziare ad immaginare il meccanismo di azioni e reazioni del tuo protagonista al cospetto di essi.

In fondo, soltanto conoscendo il punto di partenza esatto del tuo protagonista, puoi indirizzarlo lungo l’intero viaggio della narrazione, nella maniera più opportuna ed efficace.

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