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Quando si parla di trama
La trama è il filo conduttore che attraversa l’intreccio di un romanzo.
In un testo narrativo, la trama è quella linea invisibile che connette idealmente tutti gli elementi di una storia.
È dalla trama – che deve essere abilmente progettata dall’autore – che deriva la capacità di un testo narrativo di risultare avvincente e interessante e quindi meritevole di essere letto.
Per trama, o intreccio, si intende, generalmente, lo svolgimento dei fatti nella storia per come vengono raccontati e si differenzia dalla fabula, ovvero dallo svolgimento dei fatti narrati nel loro ordine cronologico:
la trama emerge nel testo mentre la fabula può essere dedotta, ma è un elemento che può essere colto solo con un’analisi più approfondita.
Diversamente dalla vita di tutti i giorni, dove una gran parte delle cose accadono indipendentemente dal nostro volere ed esulano dal nostro controllo, in letteratura nulla accade per caso e nulla viene lasciato al caso.
In una narrazione anche gli elementi apparentemente più insignificanti e trascurabili (e che nella vita reale non prenderemmo neppure in considerazione), sono presenti per un preciso volere del narratore, in quanto hanno una funzione specifica nell’economia della storia e nel suo sviluppo.
Che si tratti di un temporale o di un’agenda smarrita, di un black-out telefonico o del furto di un’auto, non fa differenza.
In una narrazione, tutto, ma proprio tutto, accade per il preciso volere dell’autore, il quale ha scatenato quella lite tra condomini o ha bloccato quell’ascensore in un grattacielo di New York con uno scopo ben preciso: “mettere in crisi i suoi personaggi”.
Quella di “mettere in crisi i personaggi” è una costante della narrativa.
Qualsiasi tipo di trama, che sia un giallo, un noir, un romanzo rosa, d’avventura, psicologico, o altro, trae linfa vitale dalla “conflittualità” che l’autore è in grado di innescare.
È proprio dalla “conflittualità” che deriva la possibilità di “portare avanti la storia”.
Cosa sarebbe Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne senza quell’incredibile e rocambolesca serie di imprevisti, ostacoli, contrattempi, difficoltà e personaggi che Phileas Fogg e il suo fido Passepartout hanno incontrato sul loro cammino?
Nient’altro che un comunissimo viaggio in oriente di un benestante inglese con il proprio maggiordomo al seguito.
Niente di particolare. Niente che valesse la pena di essere raccontato.
In letteratura il conflitto che ne deriva dal mettere in crisi i personaggi è il motore che alimenta le storie.
Tanto più grande è il conflitto, tanto più appassionante e avvincente è la lettura.
Infatti nel momento in cui il conflitto finisce si conclude anche la storia.
Nota bene: quando si parla di “conflitto” non si intende necessariamente una battaglia, una guerra o una lotta all’ultimo sangue.
Per “conflitto” si intende qualsiasi tipo di difficoltà, ostacolo, situazione, problema che “mette in crisi un personaggio” e con il quale deve confrontarsi se vuole andare avanti.
Un rivale in amore, un mare in tempesta, un telegramma, un posto di blocco, un dissidio interiore, un compito in classe, uno scambio di persona, la paura, un furto, l’insicurezza, un incubo, una rissa, l’incoerenza, un tradimento, ecc.
Tutto, davvero tutto, può essere utile per “innescare” e portare avanti una storia.
Un dubbio, ad esempio, è ciò che affligge Amleto: essere o non essere?
Ed è intorno a questo dubbio che si sviluppa una delle storie più belle che siano mai state scritte!
Generare in un crescendo di tensione
Il compito dello scrittore è quello di stimolare continuamente un personaggio.
Attraverso un ostacolo, un dilemma interiore e/o un problema esterno da risolvere, l’autore deve indurre un crescendo di tensione fino al climax, ossia “il momento della resa dei conti”, nel quale si genera un cambiamento nel protagonista.
Dal climax in poi, la storia man mano cala di intensità e si avvia verso una risoluzione (positiva o negativa), il cosiddetto dénouement, ovvero: lo scioglimento.
Ecco, a tal proposito, il seguente schema:
Situazione iniziale/condizione di equilibrio – conflitto/perdita dell’equilibrio iniziale – crisi del personaggio/difficoltà dinanzi alle complicazioni – Climax – Scioglimento risoluzione
Probabilmente sei perplesso e penserà che è troppo semplice “ridurre” la quasi totalità della letteratura mondiale di tutti i tempi a questa formuletta.
Ma ti posso assicurare che è esattamente così!
Lo ribadisce, tra i tanti, anche John Gardner, il primo autore di testi sulla scrittura creativa negli stati Uniti, il quale sintetizza in questo modo il principio alla base di qualsiasi trama letteraria: “Un personaggio desidera qualcosa, persegue il suo obiettivo nonostante le avversità (dilemmi interiori inclusi) e giunge al dénouement”.
Troppo superficiale e limitativo? Ti sembra una semplificazione eccessiva?
Tutt’altro!
Rifletteteci con attenzione.
Se è vero che le possibili trame possono sembrare infinite, lo schema alla base di ogni intreccio è sempre lo stesso.
Trame di odio e amore, di imprigionamento e liberazione, di contesa tra due o più personaggi, di crudeltà e sventura, di rimorsi, di ambizione e poche altre varianti ancora, costituiscono le linee generali per lo svolgimento di qualsiasi opera narrativa.
Pensaci con attenzione e rifletti su questo aspetto:
è vero o non è vero che tutte queste trame, pur nella loro diversità e nella diversità delle storie che propongono, ruotano intorno allo stesso cardine che è quello della conflittualità?
In qualsiasi trama, infatti, puoi individuare un personaggio, un obiettivo e le difficoltà che si trova a dover affrontare e il modo in cui li risolve o prova a risolverli.
Questo è il filo conduttore di un intreccio narrativo.
Pertanto l’originalità di uno scrittore non risiede tanto nell’inventare trame inedite, quanto nell’ordire vecchi tessuti sul vecchio telaio, ovvero creare nuove storie in riferimento ad uno schema di trama predefinito.
Coinvolgere emotivamente il lettore
E ancora qui torna di nuovo una regola fondamentale: coinvolgere emotivamente il lettore.
Aristotele è stato il primo a evidenziare che ogni essere umano altro non è che la somma dei suoi desideri e che la linea del suo agire passa attraverso i tentativi compiuti da lui per realizzarli.
Le azioni di un individuo sono orientate dalle aspirazioni, aspirazioni che tendenzialmente sono frenate dalle limitazioni e dalle costrizioni che la vita impone.
Ne deriva una situazione di conflitto, quasi sempre irrisolto, ma teso verso una risoluzione che rappresenta l’essenza della vita umana.
Un personaggio letterario, pertanto, deve volere qualcosa e cercare di ottenerla.
Quanto più la vuole, tanto più la tensione drammatica cresce e tanto più il lettore è coinvolto dall’energia emotiva emanata dal personaggio.
Come scrivere una trama
Prima di iniziare a scrivere una storia è bene essere sicuri che la trama che abbiamo immaginato sia solida.
Per verificare se la nostra trama è ben congegnata, esiste un piccolo escamotage, tanto semplice quanto efficace.
L’escamotage consiste nel rispondere a 5 domande fondamentali: Who, What, Where, When, Why.
Ovvero: chi, cosa, dove, quando, perché.
Chi è il protagonista?
Questa domanda fa riferimento al personaggio, al protagonista della storia.
Se in passato si rifletteva se in una storia fosse più importante la trama o i personaggi, la tendenza attuale è quella di identificare proprio la trama con il personaggio.
Ed è giusto che sia così.
È attraverso il personaggio, infatti, mediante le sue ambizioni, motivazioni, aspirazioni e difficoltà, che la trama si dipana.
Ad esempio: il protagonista della nostra storia è un adolescente scappato di casa.
Cosa accade?
Che cosa accade?
Ovvero:
l’evento portante della trama, quello che innesca l’azione e la reazione dei personaggi, qual è?
Può trattarsi di qualunque cosa: un furto, un tradimento, un incontro imprevisto, un amore non corrisposto, un incidente, una lettera non spedita, tanto per fare qualche esempio di eventi molto comuni che hanno conferito grande forza propulsiva alla narrativa.
Ad esempio: l’adolescente è scappato di casa per il timore di essere punito per un brutto voto preso a scuola
Dove e quando?
Queste due domande si riferiscono all’ambientazione e al periodo storico (e stagionale) in cui si svolge la storia, contesto spazio-temporale che è particolarmente utile per meglio definire e caratterizzare una trama narrativa.
Ad esempio: periferia degli Stati Uniti alla fine degli anni settanta
Perché scrivere?
Questa è una domanda che ogni scrittore dovrebbe farsi prima di iniziare a scrivere.
Molta narrativa, pur essendo tecnicamente impeccabile, può lasciar trapelare una scarsa motivazione di fondo.
Una motivazione, vale a dire perché scrivere, dovrebbe costituire non solo l’asse portante delle quattro precedenti domande, ma anche la principale ragion d’essere di un’opera letteraria.
Soltanto se sei orientato da una forte motivazione potrà scaturire un impulso interiore autentico nei personaggi delle tue storie.
I capolavori immortali della letteratura mondiale, nascono dai più importanti e profondi perché dei loro protagonisti, che sono a loro volta quelli dei loro autori.
La trama: 14 diverse tipologie
Norman Friedman, celebre critico letterario, afferma che la trama è legata al concetto di “cambiamento”, cambiamento che può riguardare i personaggi, il destino o il pensiero.
Pertanto, per ogni cambiamento, avremo tre diversi generi per un totale di 14 tipi diversi di trama.
Trame dei personaggi
1) trame di formazione: un protagonista simpatico ma indeciso acquisisce forza e motivazione.
2) trame di riscatto: un protagonista simpatico indigna perché inganna gli altri, ma poi si ravvede.
3) trame di prova: un protagonista idealista ed “eroico” è costretto dagli eventi a ridimensionare i propri principi e convinzioni.
4) trame di degenerazione: un eroe simpatico subisce una grave perdita che lo rende cinico e disilluso.
Trame del destino
Le trame del destino possono essere:
1) trame d’azione: dove l’interesse è mosso dallo scoprire “cosa succede dopo”.
2) trame melodrammatiche: dove un protagonista simpatico e senza colpa deve combattere contro un destino avverso.
3) trame tragiche: un protagonista simpatico ha la volontà e i mezzi per cambiare il mondo intorno a sé, ma fallisce per colpa sua e con la complicità di altri, scoprendo troppo tardi i suoi errori.
4) trame di punizione: un protagonista antipatico che persegue obiettivi ignorabili si merita un destino ingrato.
5) trame sentimentali: un protagonista simpatico supera la sorte avversa e trionfa.
6) trame elogiative: un protagonista va al di là delle proprie aspettative e quelle altrui, riuscendo in un’impresa laddove tutti gli altri fallirebbero.
Trame del pensiero
1) trame di educazione: una persona simpatica supera una prova difficile e ne esce rafforzata.
2) trame di rivelazione: il protagonista deve scoprire la verità su qualcosa – che spesso lo riguarda – prima di decidere come agire.
3) trame d’affetto: il protagonista riesce a vedere gli altri sotto una luce più autentica.
4) trame di disillusione: un protagonista simpatico e idealista, a causa di un destino avverso e un insieme di dure prove, finisce per non credere più nelle proprie possibilità e nei propri valori.
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