Intreccio e fabula

Lavorare con intreccio e fabula

Intreccio e fabula sono concetti che ritornano spesso quando si parla di scrittura narrativa.

Ogni scrittore sceglie autonomamente l’ordine, la successione, in cui proporre le vicende che compongono la sua storia.

Due le possibilità:

la prima è raccontare gli eventi attenendosi rigorosamente al loro ordine cronologico;

la seconda è procedere anticipando alcuni avvenimenti futuri o ritornando e approfondendo quelli passati.

In buona sostanza stiamo parlando di intreccio e fabula.

Differenza tra fabula e intreccio

Di seguito una definizione di fabula e intreccio, utile per comprendere la differenza tra entrambi gli aspetti.

Cos’è la fabula

La fabula è l’insieme di avvenimenti che compongono una storia, narrati secondo il loro ordine cronologico, uniti pertanto da un rapporto di causa ed effetto.

Questo il sostanziale significato di fabula.

Che cos’è l’intreccio

L’intreccio è l’insieme degli avvenimenti che compongono una storia narrati secondo un ordine che non è cronologico né logico-sequenziale.

Se la fabula esprime ciò che accade, l’intreccio narrativo è la modalità in cui questi avvenimenti sono raccontati.

Questa la sostanziale differenza tra fabula e intreccio.

In un racconto, come in un romanzo, i fatti che compongono una storia non necessariamente devono essere esposti in ordine cronologico.

Spetta allo scrittore, infatti, stabilire l’ordine in cui raccontare i fatti.

Se fabula e intreccio coincidono

Uno scrittore può scegliere di narrare una storia attenendosi alla fabula, ovvero rispettando l’ordine cronologico dei fatti (narrativa cronologica), oppure può decidere di infrangere quest’ordine e ricorrere a un montaggio diverso.

Nel caso in cui vi è una coincidenza tra fabula e intreccio si parla di intreccio lineare.

Un classico esempio di intreccio lineare è quello delle fiabe.

Fabula e intreccio esempi

In Biancaneve vi è il seguente ordine di eventi:
a) Biancaneve, orfana, vive al castello con la matrigna.
b) La matrigna assolda un cacciatore per uccidere la ragazza.
c) Il cacciatore, invece, libera la ragazza che viene subito accolta dai sette nani.
d) La matrigna cerca di uccidere Biancaneve con una mela avvelenata.
e) Un bellissimo principe azzurro sottrae Biancaneve dalle grinfie della perfida donna. I due fanciulli si sposano e… vissero felici e contenti!

Come puoi facilmente notare, l’ordine in cui i fatti sono narrati è quello cronologico: a – b- c – d – e

Fabula e intreccio coincidono.

Rapporto tra fabula e intreccio: se non coincidono

Sebbene sia tutt’altro che semplice raccontare una storia con un intreccio lineare, molti scrittori, al fine di rendere più coinvolgente e appassionante un testo, tendono a sovvertire quest’ordine e a prediligere un intreccio basato su un tipo di successione diversa degli avvenimenti.

Ovvero, quando fabula e intreccio non coincidono.

La sfasatura tra fabula e intreccio la si ottiene ricorrendo a due diverse soluzioni narrative.

Analessi e prolessi

Prolessi e analessi (anacronie) sono le due tecniche narrative a disposizione dell’autore per creare un intreccio che non corrisponde alla fabula.

Prolessi significato

La prolessi è la tecnica narrativa che consiste in un salto temporale nel futuro, per cui si anticipa al lettore quanto avverrà più avanti.

Si tratta del cosiddetto flash-forward.

Analessi significato

L’analessi è la tecnica narrativa che consiste in un salto temporale nel passato, per cui si riferisce al lettore quanto avvenuto procedendo a ritroso nel tempo.

È il cosiddetto flashback.

Quando fabula e intreccio non coincidono spetta al lettore risalire all’ordine cronologico dei fatti, mediante un lavoro di ricostruzione individuale, ristabilendo, al contempo, anche il rapporto di causa-effetto tra gli stessi.

Fabula e intreccio non coincidono esempi

Di seguito alcuni esempi pratici di quando tra fabula e intreccio non vi è coincidenza.

Un esempio di analessi per antonomasia è l’Odissea.

La fabula è la seguente:

a) Ulisse pianifica la trappola del cavallo di Troia da cui scaturisce l’incendio
b) Successivamente fugge con i suoi fedelissimi verso il mare
c) Giunge presso la corte di Alcinoo sull’isola dei Feaci
d) Ulisse narra al re tutte le vicissitudini passate
e) Salpa nuovamente e arriva ad Itaca
f) L’eroe batte i Proci e si ricongiunge a Penelope

La narrazione ha inizio nel bel mezzo dell’azione (in medias res): le divinità, a confronto, deliberano che è giunto per l’eroe il momento di fare ritorno in patria.

Da qui il naufragio lungo le coste dell’isola dei Feaci.

L’intreccio è il seguente: c – d – a – b – e – f

Tutte le disavventure nel Mediterraneo sono raccontate dall’eroe stesso e rappresentano un lunghissimo flash back, retrospettiva che occupa la maggior parte della narrazione.

L’analessi, nell’Odissea, è la base su cui si costruisce l’intero testo.

In generale i flash back, nella maggior parte dei racconti e dei romanzi, sono decisamente più brevi e vengono utilizzati per presentare al lettore gli antefatti della storia, l’origine di uno o più personaggi, gli episodi che ne hanno segnato i tratti della personalità e del carattere, tutti elementi utili al lettore per comprendere man mano tutti i meccanismi alla base dell’intera vicenda narrata.

I gialli e i polizieschi di solito iniziano con un incipit in media res, per lo più ad omicidio o a misfatto già avvenuto e, scopo del detective, è quello di risalire progressivamente a tutti gli antefatti nei quali, quasi sempre, si cela la soluzione.

Un tipico esempio di prolessi è l’attacco del romanzo Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino.

“Mangiarono pochissimo o niente. Le portate, sebbene, più ricche dell’ordinario, per come s’era ingegnato di condirle un secondino volenteroso, avevano un sapore nemico, né v’era boccone che in gola non diventasse una cenere. L’inappetenza, si sa, è d’obbligo nelle serate d’addio. Per cui, essendo l’esecuzione fissata ai primi barlumi dell’indomani, il barone non finiva di accalorarsi per questa ipocrisia di concedere ai condannati inutili ghiottonerie, mentre non s’aveva scrupolo di attossicargliele col pensiero della scadenza imminente. ”

In questo incipit, Bufalino già ci preannuncia la sorte dei protagonisti.

Per certi versi, esordire in questo modo, può essere un azzardo in quanto il lettore, intravedendo già dalle prime righe quello che sarà il destino di un personaggio o di alcuni personaggi, potrebbe inevitabilmente perdere interesse e decidere di non proseguire più nella lettura del testo.

Soluzioni di questo tipo, ovviamente, riescono soltanto ai fuoriclasse come l’autore siciliano.

Il punto di forza di una soluzione di questo tipo risiede in una sorta di “sospensione” abilmente messa a punto dall’autore, il quale si muove tra il “detto” e il “non detto”.

L’effetto è quello di incollare alle pagine il lettore, il quale, passo dopo passo, vorrà scoprire perché il personaggio o i personaggi finiranno di fronte al plotone di esecuzione e se riusciranno a salvare o meno la pelle.

Di solito nella prolessi i fatti anticipati durante la narrazione vengono continuamente ripresi, integrati e rilanciati, in particolar modo se riguardano un protagonista o i personaggi principali, come nel caso del romanzo Premio Strega del 1988.

Laddove le anticipazioni riguardano personaggi secondari o passaggi non centrali della storia, esse rimangono informazioni fini a se stesse, inserite al solo scopo di arricchire la narrazione far crescere la curiosità dei lettori.

Proprio perché è richiesta una particolare abilità narrativa da parte dell’autore nel gestirle al meglio, le prolessi sono generalmente meno frequenti rispetto alle analessi.

I rischi legati all’anticipare un evento sono quelli relativi alla possibilità di innescare nel lettore aspettative errate, che potrebbero essere disattese nel dipanarsi della storia.

Al contempo, sapere anzitempo quelle che saranno le azioni future del personaggio, potrebbe precludere la possibilità da parte del lettore di immedesimarsi e rendere inutile ogni tentativo di creare successivamente suspense.

Questo il motivo per cui il ricorso alla prolessi richiede grande capacità narrativa e un controllo pressoché totale della storia.

Volendo individuare una qualche regola nell’utilizzo della prolessi, potremmo dire che sarebbe bene anticipare al lettore quel tanto che basta per incuriosirlo, ma nulla più che potrebbe far scemare l’interesse per l’intera vicenda.

Tecniche di montaggio: il montaggio alternato

Una soluzione diversa, rispetto alla fabula e all’intreccio, è quella del montaggio alternato.

Nel montaggio alternato è possibile:

a) alternare diversi punti di vista all’interno della medesima scena:

è il caso in cui lo scrittore narra la medesima scena da differenti punti di vista, generalmente quelli dei diversi personaggi.

Anche in questa situazione, quello che nella realtà avviene simultaneamente, nella narrazione necessita di tempi successivi.

Una narrazione che riprende questo schema è il romanzo di Conrad Lord Jim, dove l’abbandono del Patna e il rifugio su una scialuppa di salvataggio da parte di Jim è raccontato inizialmente in terza persona dal narratore esterno e successivamente in prima persona da Marlow.

b) mettere in alternanza scene che avvengono in contemporanea

è il caso in cui lo scrittore narra prima i fatti relativi ad un personaggio, per poi tornare indietro nel tempo e narrare quello che è accaduto frattanto ad altro.

Di fatti, se nella realtà gli eventi accadono simultaneamente, nella narrazione non è possibile riportare due eventi parallelamente.

Pertanto se ne racconta uno alla volta.

c) mettere in alternanza diversi sviluppi di una medesima situazione iniziale

è il caso in cui lo scrittore narra in che modo può variare l’evoluzione di una medesima scena iniziale in base al subentrare di elementi casuali.

Qui non ci sono né differenti punti di vista relativi ad uno stesso evento né avvenimenti in contemporanea da raccontare uno dopo l’altro, piuttosto linee del tempo differenti che si sviluppano a partire da uno stesso avvenimento iniziale.

Pertanto abbiamo linee temporali separate e divergenti, alla stregua di vere e proprie fabule alternative. È quanto possiamo rilevare in Vita dopo vita, dove Kate Atkinson racconta la vicenda della protagonista ricominciando più volte dall’inizio ma con sviluppi ogni volta differenti, dando vita così ad un puzzle di molteplici possibili esistenze che avrebbe potuto vivere.

Provare a combinare fabula e intreccio, scomporre e ricomporre una storia ridefinendo la collocazione degli avvenimenti, è un’operazione molto utile per comprendere come, dalle diverse possibili combinazioni, nascano possibilità narrative diverse nell’ambito di uno stesso testo.

All’autore il compito di scegliere modalità che ritiene più adatta.

Spero che questo articolo ti sia utile nel lavoro di progettazione narrativa della storia che ti appresti a scrivere.

Mi rendo conto che non è facile, soprattutto agli inizi, riuscire a districarsi tra le diverse possibili modalità attraverso cui scrivere una storia.

Tuttavia ti esorto a non mollare.

Piuttosto ti invito ad imparare ad usare al meglio queste diverse soluzioni narrative.

Se hai domande, curiosità, dubbi, o hai bisogno di chiarimenti vuoi esprimere la tua idea o condividere con me la tua esperienza a riguardo, scrivimi.

Sarei davvero lieto di confrontarmi con te!

 

Scrivimi