Il taccuino dello scrittore: una fonte preziosa di idee e suggestioni

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Cos’è il taccuino dello scrittore

Per spiegare che cos’è il taccuino dello scrittore potremmo ricorrere ad un semplice paragone con il diario.

Ma tra il taccuino dello scrittore e il diario esiste una differenza fondamentale.

Se il diario è dotato di una sua organizzazione intrinseca dei contenuti, come cronaca giornaliera di eventi e osservazioni, oppure di una precisa esperienza (un viaggio o una storia d’amore), il taccuino è qualcosa di diverso.

Il taccuino dello scrittore è il supporto in cui confluiscono frammenti, idee, spunti, riflessioni, frasi, annotazioni e contenuti materiali fra i più disparati.

Essi vengono appuntati senza un preciso ordine e in maniera del tutto libera e immediata.

Laddove sottendono un criterio di compilazione può essere un criterio meramente alfabetico, tematico, pratico o cronologico.

Perché è importante il taccuino dello scrittore

Il taccuino dello scrittore è una fonte preziosa e inesauribile di idee, suggestioni, materiali da utilizzare, da rielaborare, da inserire nel testo che si sta scrivendo o nei testi che si scriveranno.

È, per un autore, una riserva incredibile di spunti in qualsiasi fase del processo creativo e di strutturazione di un testo.

Non solo.

Non è raro il caso in cui una semplice successione di appunti e annotazioni, opportunamente organizzata e dotata di senso compiuto, possa diventare un’opera autonoma.

Ne è un esempio Attraverso i campi e lungo i greti di Gustave Flaubert.

Si tratta di un taccuino di viaggio che avrebbe dovuto fornire i contenuti per la stesura di un libro, ma che successivamente è divenuto un’opera indipendente, in quanto il resoconto che se ne doveva ricavare non fu mai portato a termine.

Il taccuino può diventare un’opera

“Questi sono i magazzeni, da cui escono alla giornata tante belle opere in ogni genere di letteratura: come dal caos sortirono tanto tempo fa il sole la luna e le stelle.”

Questo pensava dei taccuini, o zibaldoni, da lui definiti “caos scritto”, don Giuseppe Antonio Vogel, il docente di storia ecclesiastica del seminario di Recanati, colui che, con molta probabilità, suggerì a Giacomo Leopardi l’idea di raccontare i pensieri nel celeberrimo Zibaldone, esempio per eccellenza di taccuino dello scrittore.

È nei vecchi quaderni di appunti in cui, come evidenziava Henry James, gli argomenti sono trascritti talvolta in forma esplicita, talvolta del tutto rivelati, in altri casi interamente dissimulati, che il narratore trova le idee.

Ecco perché è fondamentale, per uno scrittore, avere l’abitudine di raccogliere in un taccuino gli appunti di vario genere.

Qualunque cosa: note, pensieri, argomenti, abbozzi, dialoghi, frammenti, progetti, schemi, elenchi di nomi di persona e di luogo, lettere, ricordi, descrizioni, meditazioni, frasi, spunti, situazioni, citazioni, aneddoti, e così via.

Appunti da custodire e consultare

Custodire in modo sistematizzato, ovvero secondo un preciso criterio e ordine, tutte le informazioni trascritte nel corso del tempo, è fondamentale per poterle consultare in maniera veloce e pratica.

Al fine di poter ritrovare più facilmente e più rapidamente, tra gli appunti scritti, i materiali di volta in volta ricercati, è consigliabile riportarli su uno o più file del computer.

Utilizzando opportunamente titoli e/o parole chiave e distribuendo i contenuti secondo un ordine tematico prestabilito è possibile agevolarne tantissimo la consultazione.

Grazie ai vari programmi di videoscrittura o, se preferite, a un database, è possibile ritrovare le informazioni inserite ed estrapolare contenuti senza dover compilare indici tematici o analitici.

Un po’ come quello che Leopardi iniziò a redigere per il suo Zibaldone e che, nel corso del Novecento, fu perfezionato e completato dai curatori delle sue opere.

Alcuni di voi che, come me, hanno l’abitudine di scrivere a mano, ovvero con carta e penna, spesso vivono il lavoro di trascrizione al computer come un lavoro noioso e faticoso, oltreché come un vero e proprio spreco di tempo.

Tuttavia posso dirvi che i vantaggi di archiviare le annotazioni in maniera sistematica e precisa, come può avvenire in un file elettronico, sono davvero notevoli.

Dagli appunti alla stesura di un testo

Ecco un esempio di come gli appunti possono diventare spunti creativi per uno scrittore.

Nel 1884 Henry James, dopo aver letto il romanzo di Alphonse Daudet Numa Roumestan, annotò questa frase :

“Si potrebbe scrivere un racconto (brevissimo) su una donna sposata con un uomo di carattere amabilissimo che è un terribile, pur se innocuo, bugiardo.”

Il personaggio della moglie era ispirato appunto a quello della Numa di Daudet.

Qualche tempo dopo, nel corso di una cena, Henry James conobbe un uomo che era “il più sbrigliato e fantasioso conversatore che la gioia della vita avesse mai avuto occasione di invidiare”.

Dal collegamento fra l’idea archiviata negli appunti e il ricordo di questo incontro, nacque il racconto The Liar, che narra di una moglie che, messa alla prova da un corteggiatore respinto ma ancora interessato a lei, difende il marito “bugiardo”.

Un altro esempio, ricavato da un’annotazione più corposa, è quello più vicino ad un vero e proprio abbozzo:

“Lo sapeva bene che beltà non vale ec. nè giovinezza contro la morte, ma ogni volta che ne vedo una prova non me ne dò pace. ec. Ora dunque tocca a te? ec. poverella poverella, oh Dio consolati, non morrai, non è possibile, morrei anch’io ec. tanto bella, tanto candida e buona, tanto giovane ha da morire.”

Da questo spunto Giacomo Leopardi ricavò la canzone Per una donna inferma di malattia lunga e mortale, che inizia con questi versi:

“Lo so ben che non vale
Beltà né giovanezza incontro a morte;
E pur sempre ch’io’l veggio m’addoloro:
Che s’io nol veggio, il mio desir prevale
Tanto ch’io spero pur che l’enea sorte
Altrove ad altri casi ad altri tempi
Riservi tristi esempi.”

Un’annotazione o un abbozzo possono suggerire molto più di un semplice spunto.

Ovvero possono costituire già lo schema di un testo da sviluppare, mediante una rielaborazione più o meno lunga.

Un esempio ancora:

“Non c’è uomo costituito in carica o dignità, il quale confessi di averla cercata, e non dica o voglia far intendere d’esserne stato rivestito spontaneamente, anzi contro sua voglia ec. Gl’incarichi, le dignità, gli onori ciascuno li cerca e nessuno li ha cercati.”

Da questo frammento dello Zibaldone, annotato il 17 novembre 1820, Giacomo Leopardi tirò fuori il testo XVII dei suoi Pensieri, a cavallo tra il 1832 e il 1833:

“Come le prigioni e le galee sono piene di genti, al dir loro, innocentissime, così gli uffizi pubblici e le dignità d’ogni sorte non sono tenute se non da persone chiamate e costrette a ciò loro mal grado. È quasi impossibile trovare alcuno che confessi di avere o meritato o pene che soffra, o cercato né desiderato onori che goda: ma forse meno possibile questo, che quello.”

Tecnica del taccuino: come utilizzare gli appunti

Gli appunti contenuti nei taccuini possono aiutare a risolvere problemi di composizione di ogni tipo.

Come abbiamo visto, il taccuino dello scrittore suggerisce idee, situazioni o strutture.

Inoltre un taccuino può fornire testi più o meno compiuti da rielaborare, collegare o inserire in altri scritti.

E ancora: può offrire dettagli di ogni sorta da intrecciare alla narrazione.

Supponiamo che vogliate raccontare l’esistenza di un personaggio storico di cui siano noti e accertati solo pochi episodi, che avete già trascritto e parzialmente elaborato nei vostri appunti.

O che vogliate utilizzare una serie di frammenti che riguardano il personaggio in questione.

Ricorrendo a delle frasi di transizione per collegare questi brani che diventano gli episodi principali di una storia, arriverete a dare vita ad una struttura narrativa vera e propria.

Sempre dai taccuini, che contengono informazioni, descrizioni, aneddoti e resoconti tratti dalle fonti storiche, o appunti di vario genere, potrete ricavare, inoltre, numerosi brani con cui comporre gli altri episodi.

Oltreché avere a disposizione una notevole quantità di dettagli da inserire all’interno di parti nuove, scritte appositamente.

Altre tecniche per rielaborare gli appunti

Gli appunti, come detto, possono essere utilizzati in vari modi.

Uno di questi può essere quello di comporre per frammenti, ovvero sceglierne una serie, seguire un preciso percorso o procedere per associazione di idee.

Un altro può essere quello di riscrivere e rielaborare gli appunti per poi assemblarli, dando vita ad un testo completamente nuovo e pienamente autonomo.

Lo stesso si può fare procedendo per accostamenti casuali, da cui si possono generare ulteriori idee, immagini o situazioni.

Un autore che ricorreva spesso a tecniche di questo tipo e che ebbe soprattutto il merito di teorizzarle, è l’americano William S. Burroughs.

William S. Burroughs era solito utilizzare per i suoi taccuini il termine di “album”.

Il motivo è che i suoi appunti non contenevano soltanto testi suoi, scritti a mano oppure a macchina, ma anche i materiali come disegni, ritagli, schizzi, fotografie.

Riferimenti per approfondire la tecnica del taccuino

Il modo migliore per approfondire la tecnica del taccuino di appunti è sicuramente quello di leggere e studiare i taccuini di alcuni autori famosi, molti dei quali sono divenuti dei veri e propri libri.

Di seguito qualche suggerimento:

1) Zibaldone di Giacomo Leopardi

2) Taccuini di Henry James

3) Il mio cuore messo a nudo di Charles Baudelaire

4) Taccuini, abbozzi e carte varie di Dino Campana

5) Taccuini di Gabriele D’Annunzio

6) I taccuini di Francis Scott Fitzgerald.

Buona lettura a tutti!

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