Il punto di vista nella narrazione di racconti e romanzi

Stabilire il punto di vista della narrazione

Giunti a questo punto, siamo dinanzi ad una scelta fondamentale per quanto riguarda la scrittura di un testo: la scelta del punto di vista della narrazione.

Stabilire da quale punto di vista raccontare una storia, ovvero il punto di vista del narratore, vuol dire decidere la distanza e la prospettiva da cui l’autore si rapporta ai personaggi e agli eventi narrati, cosa che, automaticamente, determina il livello di coinvolgimento di chi legge.

Una stessa storia può essere raccontata da punti di vista differenti.

Ognuno punto di vista racchiude in sé possibilità narrative molto diverse tra loro.

Per cui, prima di iniziare a raccontare una storia, è bene riflettere con molta attenzione su ognuno di essi, prima di scegliere quello da adottare per la storia che intendiamo raccontare.

Prima però di passare in rassegna ognuno di essi, cerchiamo di capire meglio cosa intendiamo quando parliamo di punto di vista narrativo.

Cos’è un punto di vista narrativo

Il punto di vista narrativo è il punto di vista da cui l’autore osserva la storia e ce la racconta.

Allo stesso modo di un regista che decide piani e inquadrature con cui raccontare fatti e personaggi, così lo scrittore fa lo stesso per quanto riguarda la sua storia.

Lo scrittore stabilisce ogni singolo aspetto della narrazione: chi sono i suoi personaggi, il loro carattere e la loro personalità, il loro modo di pensare, sentire, agire, da dove vengono e dove vanno, il loro look, cosa fanno.

Non solo: proprio come un regista, l’autore stabilisce “dove collocare la propria macchina da presa” e da quale angolatura filmare ogni singola scena.

Questo vuol dire stabilire il punto di vista narrativo ed è questo un passaggio assolutamente fondamentale, in quanto è proprio dalla decisione di scegliere cosa e come inquadrare, che si determinerà il livello di coinvolgimento del lettore nella storia, nonché la sua capacità di orientarsi all’interno della stessa.

Stabilire un punto di vista narrativo chiaro e preciso è un presupposto imprescindibile affinché chi legge possa comprendere inequivocabilmente da quale prospettiva sta prendendo parte alla scena e potersi, così, orientare in essa.

Pertanto è bene mettere in chiaro e fin da subito quello che è il punto di vista narrativo da cui la storia viene narrata.

Viceversa, un lettore confuso e smarrito da questo punto di vista, non tarderà a rinunciare alla lettura del testo stesso.

Pertanto, scegliere il punto di vista narrativo è il primo passo da compiere prima di iniziare a scrivere una storia.

Tipi di narratore

Esistono diversi tipi di narratore.

Immaginiamo la seguente scena: una coppia di fidanzati, in un pomeriggio al caffè letterario, si ritrova a discutere sull’opportunità o meno di regalare un libro ad una loro amica.

Lui è per un libro di poesie di Pablo Neruda.

Lei, invece, è orientata verso il romanzo Lolita di Vladimir Nabokov.

Lo scambio di battute tra i due si trasforma man mano in un’accesa discussione che trascende ben presto le questioni e i gusti letterari per assumere i contorni di una vera e propria litigata.

Tra gli sguardi dei presenti, la ragazza, in preda ad un attacco di gelosia, prende la sua borsa e va via, lasciando solo il ragazzo.

Ora vediamo come puoi raccontare la stessa scena a seconda dei diversi punti di vista.

Racconto in prima persona

Nel racconto in prima persona, il punto di vista interno corrisponde al punto di vista di un personaggio (narratore interno).

Nella narrazione in prima persona la prospettiva da cui viene visualizzata la scena è quella di uno dei personaggi, il quale riporta quanto accade mediante quello che è il suo sguardo sulla vicenda (narrazione interna).

Nel raccontare una storia, puoi decidere di adottare il punto di vista del protagonista, oppure narrarla mediante lo sguardo di un coprotagonista o, ancora, attraverso lo sguardo di un personaggio-osservatore.

Nella nostra scena potresti scegliere di raccontare la discussione con conseguente scenata di gelosia dal punto di vista della ragazza o del ragazzo, ma potresti anche pensare che la vicenda sia riportata da una terza persona come, ad esempio, il titolare del caffè letterario.

In ognuno dei casi, la scena è riportata in prima persona e il narratore e il personaggio (il ragazzo, la ragazza o il titolare del caffè letterario) coincidono.

La focalizzazione narrativa che ne deriva è quella in cui narratore e focalizzazione sono in un rapporto di piena simmetria.

È il caso in cui il lettore si trova dinanzi ad una narrazione soggettiva di ciò che accade; il personaggio riporta quello che vede, prova e pensa.

Il personaggio stesso narra la vicenda, descrive gli eventi, gli altri personaggi, gli ambienti, rivela i propri stati d’animo e le proprie sensazioni.

I vantaggi della prima persona

a) Il lettore può immedesimarsi con grande facilità con il personaggio, data la grande vicinanza e prossimità al suo sguardo.

b) Essendo dentro il pensiero del narratore, puoi creare una personalità instabile e dalle molteplici sfaccettature.

c) La lingua peculiare del personaggio, il suo parlato, non viene fuori soltanto dai dialoghi, ma anche dalle parti narrative e dalle descrizioni, proprio perché egli è anche narratore dell’intera storia.

d) Puoi utilizzare un linguaggio che è riflesso del pensiero e del parlato del narratore, riportando inflessioni, modi di dire, intercalari, espressioni dialettali, in quanto appartengono al modo di esprimersi del narratore-personaggio.

e) devi sforzarti di creare un’unica mente, quella del narratore personaggio, che genera un unico punto di vista sulle cose.

f) scrivere in prima persona potrebbe risultare più semplice in quanto ognuno di noi si rapporta alle vicende della vita in maniera soggettiva.

Gli svantaggi della prima persona

a) essendo un tipo di narrazione soggettiva, non è possibile assumere il pensiero o il punto di vista degli altri personaggi. Il narratore può soltanto ipotizzare cosa pensano gli altri personaggi o desumere il loro pensiero da quello che essi dicono o fanno.

b) Il narratore-personaggio deve presenziare a tutte le scene perché è lui che poi deve parlarne al lettore.

c) se ci sono episodi, situazioni o avvenimenti dove il personaggio-narratore è assente, è sempre lui a raccontarli al lettore, avendoli appresi da qualcun altro, quindi da una prospettiva che è sempre e comunque soggettiva.

d) Quella da cui il narratore-personaggio racconta è sempre e comunque una prospettiva limitata all’agire, al pensare e al sentire dello stesso.

Narrazione in seconda persona: punto di vista esterno

Nella narrazione in seconda persona la prospettiva da cui la storia è raccontata è quella del narratore che si rivolge in maniera diretta al lettore o a un personaggio.

È questo un punto di vista abbastanza raro da trovare, in quanto l’intera storia è raccontata in seconda persona singolare (“tu”), soluzione questa che è abbastanza difficile da mantenere per narrazioni particolarmente lunghe.

Vantaggi della seconda persona

a) puoi rivolgerti direttamente al lettore o al tuo personaggio

b) ottieni un effetto narrativo alquanto singolare

Più che in narrativa, la seconda persona singolare è molto più diffusa nella saggistica e nella manualistica, dove l’autore dà del “tu” al lettore per dargli nozioni e indicazioni dirette e pratiche.

Svantaggi della seconda persona

a) può risultare di difficile decodifica per il lettore, oltre che prevedibile e monotona

b) è un punto di vista narrativo poco adatto per testi particolarmente lunghi

Narrazione in terza persona limitata o soggettiva: punto di vista esterno

È la classica terza persona singolare (“Lui o Lei”) dove il punto di vista narrativo è esterno ai personaggi (narratore esterno).

La voce narrante è accanto ad un personaggio e racconta quanto accade dalla sua prospettiva, ma non entra nella sua mente.

Spetta all’autore stabilire a quale distanza mettersi rispetto ad un personaggio.

Nella scena che abbiamo ipotizzato, la terza persona potrebbe raccontare ciò che “vede” il ragazzo dalla sua angolazione, o ciò che “vede” la ragazza, oppure essere perfettamente equidistante da entrambi e rivolgersi ora a lui e ora a lei.

La terza persona, in buona sostanza, racconta quanto accade, l’azione dei personaggi e quello che dicono.

Da quanto viene riportato, il lettore può desumere quelle che sono le emozioni e i pensieri dei personaggi.

Vantaggi della terza persona soggettiva

a) il narratore può affiancare talvolta uno talvolta un altro personaggio, rimbalzando da un punto di vista all’altro.

b) il narratore è separato dal personaggio così da guardarlo da fuori e poterlo raccontare.

Svantaggi della terza persona soggettiva

L’unico limite della terza persona soggettiva è che, l’alternanza dei punti di vista dei diversi personaggi, laddove non riportata in maniera chiara e comprensibile, potrebbe confondere il lettore, il quale potrebbe avere difficoltà ad orientarsi all’interno della storia e a seguirla.

Tuttavia, proprio per la notevole versatilità e possibilità espressive che concede al narratore, la terza persona soggettiva è il punto di vista narrativo più diffuso oggi in letteratura.

Racconto in terza persona

Nel racconto in terza persona onnisciente lo sguardo dell’autore sovrasta tutto e tutti.

La storia è narrata in terza persona (“lui/lei”) e la voce narrante è esterna ai personaggi.

Diversamente da quella soggettiva, che abbraccia una prospettiva ristretta, sovente prossima a quella di un personaggio, la terza persona onnisciente conosce tutto di tutti i personaggi: le loro azioni, il modo di pensare e sentire, l’universo interiore, il passato e il futuro.

Il narratore onnisciente, proprio per questo motivo, è considerato alla stregua di un Dio del mondo che crea.

Nel raccontare in terza persona egli può rimanere invisibile )detto anche narratore impersonale o narratore occulto) e limitarsi a mostrare al lettore quanto creato oppure far percepire la propria voce, intervenendo così nella narrazione.

Vantaggi della terza persona onnisciente

a) puoi usare la chiave dell’ironia e mettere in risalto limiti e difetti dei personaggi, proprio perché sei separato da ognuno di loro.

b) puoi essere più rapido, in quanto conosci tutto e tutti e non devi desumere comportamenti e pensieri dei personaggi.

c) focalizzando l’attenzione ora su un personaggio, ora su un altro, ciò ti consente di variare con grande versatilità il ritmo della narrazione, rendendola senz’altro più avvincente.

e) puoi ravvivare la narrazione riportando i punti di vista dei vari personaggi.

Svantaggi della terza persona onnisciente

a) Il lettore non si immedesima mai in profondità con nessun personaggio, per cui il suo coinvolgimento è sempre e comunque parziale.

b) Rimbalzando da un personaggio all’altro corri il rischio di disorientare il lettore.

Punto di vista esterno multiplo

La terza persona soggettiva, come detto poc’anzi, è il punto di vista narrativo più utilizzato nell’ambito della letteratura contemporanea.

Questa soluzione consente al narratore di posizionarsi in prossimità di un preciso personaggio oppure di essere distante rispetto a tutti gli altri personaggi.

Spetta al narratore stesso stabilire la distanza da essi e lo fa in considerazione del ritmo che vuole imprimere alla storia e al grado di coinvolgimento che vuole determinare tra personaggi e lettori.

Se decidi di ricorrere al punto di vista esterno, avendo come focus un personaggio in particolare, avrai un effetto, in termini di possibilità narrativa, molto vicino alla prima persona, con il vantaggio di non essere vincolato al “pensiero” di un solo personaggio.

Puoi, inoltre, decidere di variare il punto di vista della tua storia puntando su un’alternanza di voci, così da offrire a chi legge una prospettiva d’insieme della stessa.

Molta narrativa contemporanea si basa proprio su questo schema, ragion per cui parliamo di punto di vista multiplo.

Portare avanti una narrazione attraverso il punto di vista multiplo richiede una particolare abilità nella gestione della storia.

Pertanto, il mio suggerimento, è quello di ricorrere a questo modello solo se hai piena consapevolezza sia della tua trama che dei tuoi personaggi.

Alternare le voci, infatti, richiede l’abilità di distinguere perfettamente la personalità, il modo di pensare e sentire di ognuno dei personaggi, muovere perfettamente la tua macchina da presa virtuale, sapere da quale scorcio vanno raccontati di volta in volta i fatti, cosa pensa ognuno di tutti gli altri, cosa sa ognuno di un determinato episodio, e così via.

In breve, se scegli di ricorrere al punto di vista multiplo, assicurati di non lasciare nulla al caso e fai in modo che il tuo racconto sia sempre chiaro e comprensibile in tutti i suoi passaggi, così da evitare di mandare in confusione il lettore.

Come scegliere il punto di vista per la tua storia

A ben vedere, ogni soluzione ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.

Optare per un punto di vista narrativo piuttosto che per un altro, vuol dire sostanzialmente stabilire i termini del rapporto tra personaggi e narratore la distanza del lettore rispetto alle vicende raccontate.

Se devi scrivere una short story la soluzione più opportuna è quella del punto di vista unico, da utilizzare per l’intero testo.

Essendo quello del racconto un testo distribuito in poche pagine, sarebbe impossibile adottare un punto di vista multiplo senza correre il rischio di spiazzare e confondere i lettori.

Se devi scrivere un racconto della lunghezza di diverse decine di pagine o un romanzo, puoi decidere se adottare un punto di vista unico oppure ricorrere a punti di vista diversi.

In ogni caso, se vuoi innescare un effetto immedesimazione del lettore con il protagonista della tua storia, puoi decidere di raccontare utilizzando un punto di vista unico, che può essere la prima persona, così da “far parlare” il personaggio in maniera diretta, oppure la terza persona oggettiva/limitata.

Non solo.

Se per esigenze narrative preferisci che il lettore sia a conoscenza di cose che il personaggio non sa, vuoi perché gli sono state nascoste o perché avvengono in sua assenza, vuoi per poter narrare le vicende dal punto di vista degli altri personaggi o, semplicemente, per alimentare la suspense, puoi ricorrere al punto di vista multiplo, alternando i punti di vista degli altri personaggi, oppure decidere per un narratore onnisciente, che conosce tutto e tutti.

Non esiste una regola precisa per stabilire il punto di vista narrativo da adottare.

Ne puoi scegliere uno piuttosto che un altro in base all’atmosfera e all’effetto che vuoi ricreare nella tua narrazione.

Di seguito 6 consigli utili per individuare il punto di vista narrativo più adatto alla tua storia:

1) Se vuoi sortire un’immedesimazione a bassa intensità emotiva da parte del lettore nei confronti del protagonista, vuoi perché la voce narrante deride il personaggio o, semplicemente, perché è una figura negativa, opta per la terza persona onnisciente.

2) Se prevedi di inserire opinioni e idee del narratore all’interno del testo, utilizza la terza persona onnisciente.

3) Se vuoi delineare dall’esterno il protagonista e mettere l’accento sul rapporto che intercorre tra lui e gli altri personaggi, usa la terza persona soggettiva.

4) Se desideri che il lettore si identifichi e si riconosca in profondità nel protagonista, puoi ricorrere alla terza persona soggettiva oppure alla prima persona.

5) Se il protagonista della tua storia è incline a riflessioni e ragionamenti, opta per la prima persona.

6) Se vuoi raccontare l’intera vicenda mediante uno stile singolare, ricercato e personale, utilizza la prima persona.

Tuttavia si dice che, in fin dei conti, non è l’autore a scegliere il punto di vista per la storia che intende narrare, ma che è la storia stessa a decidere il punto di vista narrativo dal quale vuole essere raccontata.

Infatti, se ti costringi a raccontare una storia imponendoti un dato punto di vista, anche solo come mero esperimento o esercizio di scrittura creativa, quasi sicuramente otterrai come risultato un testo che “non decolla”.

Per cui rifletti a fondo sulla storia che vuoi raccontare, sui vari personaggi, sulle loro azioni, sul significato ultimo che il tuo testo vuole trasmettere.

Vedrai che il punto di vista narrativo con cui raccontarla verrà da sé.

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